30.11.23-22.03.24 | Mostra fotografica: Vincenzo Castella. Rinascimento, luce naturale

Pubblicato il 22/11/2023

Argomento Fotografia

Dalla Certosa di Pavia al Cenacolo di Leonardo in Santa Maria delle Grazie a Milano, dal Santuario di Loreto a Santa Maria Novella a Firenze, da Santa Maria degli Angeli a Roma alla cupola di San Giorgio che emerge rarefatta dalla laguna di Venezia. Un itinerario attraverso alcuni luoghi iconici del Rinascimento italiano, da riconoscere o forse scoprire grazie allo sguardo di uno dei più interessanti maestri della fotografia contemporanea: Vincenzo Castella. Pitture, sculture, architetture restituite con fiammingo nitore, senza alcun artificio, con luce naturale, appunto. Questa modalità di rappresentazione del reale parte da un assunto che per Castella si configura quasi come impostazione etica, oltre che teorica: ridurre al minimo l’ingombro dell’autore, lasciando spazio alle cose, senza interferire, affinché queste manifestino loro stesse. «La mia idea è quella della costruzione dell’immagine quasi senza lo sguardo: eliminare le metafore e cioè il culto della personalità dello sguardo». Un approccio che si traduce in scelte ben precise sia in fase di ripresa (il grande formato, il colore, la luce naturale e il punto di vista) sia in fase di stampa. La ricerca non mira a produrre risultati eclatanti (mai troveremo in Castella effetti scenici, prospettive ardite o esasperati contrasti), quanto piuttosto a delineare un metodo: «L’idea della ricerca, quasi una caccia fotografica all’immagine, la foto bella, la foto unica… era una cosa che non potevo sopportare. Per me era importante lavorare su una metodologia che comprendesse tutta la mia vita, cioè la costruzione di un metodo, di un racconto». Il colore e la notevole dimensione delle stampe prodotte da negativi di grande formato non sono dunque escamotage di spettacolarizzazione, ma gradienti necessari a tale modalità di inquadrare il mondo; l’accuratezza nella stampa e la qualità dei dettagli che il grande formato permette sono parte fondante della ricerca di Castella e rispecchiano la sua fascinazione per la materia di cui è fatto il visibile, che sia legno, marmo, acqua o aria. La mostra costituisce l’output conclusivo del progetto di acquisizione, conservazione e valorizzazione di un corpus di 50 opere fotografiche di Vincenzo Castella, scelte anche in considerazione della particolare coerenza con la collezione dell’ICCD, nato a fine ’800 come Gabinetto Fotografico proprio con il compito di documentare il patrimonio culturale italiano con fini di tutela. L’iniziativa si pone dunque in continuità con la missione dell’Istituto, oggi sempre più impegnato a promuovere il linguaggio fotografico in chiave contemporanea, coinvolgendo in primis quegli autori che hanno fatto della fotografia di documentazione il proprio strumento di ricerca. Arricchire la collezione ICCD con il lavoro di un autore come Vincenzo Castella non mira certamente a moltiplicare la rappresentazione di luoghi più che noti bensì a introdurre nuovi modi di guardare e interrogare il visibile.

L’acquisizione è stata finanziata dall’avviso pubblico Strategia Fotografia 2020 promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

La mostra sarà aperta dal 30 novembre 2023 al 22 marzo 2024, dal lunedì al venerdì, ore 10.00-18.00 (escluso festivi).

L’inaugurazione si terrà giovedì 30 novembre 2023 alle ore 18.00 alla presenza del direttore ICCD, della curatrice e dell’artista che alle 19.00 presenterà il suo progetto fotografico.

 

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