Licenze d'uso

Le pubbliche amministrazioni, in virtù delle loro funzioni istituzionali, sono sollecitate a impegnarsi per rendere disponibili dati e i documenti di cui sono titolari, non solo in ossequio al dovere di trasparenza, ma anche allo scopo di offrire materia prima ad altri soggetti affinché sviluppino tutto il potenziale informativo contenuto nei dati, mediante il riutilizzo. Il valore dei dati aperti, pertanto, sta certo nella loro messa a disposizione da parte delle Amministrazioni pubbliche, ma soprattutto dalla possibilità che vengano effettivamente usati e riutilizzati dalla collettività.

Per questo motivo, è attribuita particolare importanza alla licenza con la quale le amministrazioni pubblicano e rendono disponibili dati e documenti di cui detengano i diritti d’autore. Secondo l’orientamento normativo ormai consolidato, la facoltà di riuso deve consentire agli utenti di riutilizzare i dati anche per finalità lucrative. Le norme in questione sono direttamente applicabili anche alle biblioteche (comprese quelle universitarie), ai musei e agli archivi.

Tale aspetto viene spesso trascurato dalle stesse pubbliche amministrazioni che, talvolta, sono inconsapevoli del valore delle scelte che sono chiamate a effettuare con riguardo alle licenze d’uso e dell’impatto che la decisione circa l’adozione delle stesse può avere sull’effettiva possibilità di riuso dei propri dati.

Per fornire un quadro di riferimento su tale tematica, l’ICCD ha elaborato delle Linee guida per pubblicazione e la promozione del riuso del Catalogo generale dei beni culturali, un documento che raccoglie e sistematizza le indicazioni relative alle politiche di pubblicazione, circolazione, uso e riuso del patrimonio informativo del Catalogo generale dei beni culturali, con particolare riferimento alla scelta delle licenze da utilizzare.