Gabinetto Fotografico Nazionale

Fondo Antichità e Belle Arti (MPI)

Opere monumentali, campagne di restauro, allestimenti museali, paesaggi urbani, le devastazione della guerra e le ricostruzioni: l’archivio fotografico della Direzione Generale Antichità e Belle Arti è un’imponente raccolta di documentazione sul patrimonio culturale italiano, frutto dell’attività del Ministero della Pubblica Istruzione attuata a partire dal 1870 (all’indomani dell’Unità d’Italia) fino al 1973, quando le competenze sulla tutela furono trasferite al neo-istituito Ministero dei Beni Culturali e Ambientali (1975).

Si tratta di un archivio che, pur nella sua natura documentale, svolse una funzione culturale rilevante, come afferma Antonio Segni, allora Ministro della Pubblica Istruzione, in una nota del 1953: “[…] Esso, pur nella sua natura di organo amministrativo, è chiamato a svolgere attività culturali di importanza, quali la redazione del Bollettino d’Arte, l’organizzazione degli stessi servizi catalogali delle Soprintendenze, la redazione dei cataloghi scientifici dei Musei […]. Tale archivio è organizzato topograficamente per città, istituti, chiese, sì da poter essere un pronto strumento ai fini della tutela delle opere d’arte”.(nota 26.03.1953) 

Approfondisci La storia dell’archivio fotografico della ex Direzione Generale Antichità e Belle Arti. 

Il fondo è costituito da circa 200.000 fotografie (per lo più di stampe alla gelatina sali d’argento e all’albumina ma anche carboni e aristotipi) e da numerosi disegni e stampe ordinati per tema e località.
Si tratta di materiale spesso di altissima qualità, prodotto dalle più feconde ditte fotografiche ottocentesche (gli Alinari, Braun, Brogi, Anderson) e da fotografi noti come Romualdo Moscioni, Agatocle Politi, Pietro Fiorentini, Pietro Poppi, Edgar Hanfstaengl, Felice Croci, Oscar Savio, Angelo De Mattia, Luciano Morpurgo, Antonio Ceccato, Dante Cappellani.

In anni recenti è stato realizzato, d è tutt’ora in corso, il  riordino fisico e critico del fondo, attraverso  un ordinamento per gruppi omogenei di fotografie, nell’intento di rintracciare il motivo per cui vennero prodotte (cioè nel contesto di studio e di tutela per i quali furono commissionate). Si tratta di un approccio che mira a fornire una panoramica sulla varietà tematica del Fondo, restituendo al tempo stesso senso e profondità storica alle immagini.

Approfondisci Il progetto di riordino. 

Corredano il Fondo alcuni nuclei di Uffici incardinati presso la DABA come l’Ufficio per l’Arte contemporanea e il Pensionato artistico nazionale.