Fondo Antichità e Belle Arti (MPI)

La storia dell'archivio fotografico della ex direzione generale antichità e belle arti

Quando nel 1881 venne istituita la DG AA BB AA presso il Ministero della Pubblica Istruzione, la produzione fotografica in funzione documentale era già una prassi consolidata da almeno un ventennio. I primi grandi storici dell’arte e in generale gli ambienti più culturalmente evoluti, avevano intuito da subito le grandi potenzialità della fotografia che poteva essere piegata a molteplici usi e chiamata a svolgere diverse funzioni. Una tra queste fu l’uso in funzione didattica per la quale, ad esempio, Giovan Battista Cavalcaselle già nel 1863 auspicava che nelle raccolte didattiche delle accademie di belle arti alla mancanza di disegni di antichi maestri si ovviasse con copie di fotografie.

Nell’immediato periodo post unitario un’intensa attività accompagnò l’azione di tutela sul patrimonio culturale esercitata fino ad allora dalle Deputazioni di storia patria e dalle Accademie. Ad esse subentrano le Commissioni conservatrici quali nuovi organi di controllo nella gestione del patrimonio artistico. I compiti istituzionali di tutela, restauro e catalogazione vennero in larga misura suffragate dalla fotografia che prometteva nuove potenzialità conoscitive.

Regolamenti ministeriali, dispacci, inventari richiesti dall’amministrazione centrale alle istituzioni periferiche, il tentativo di dare avvio al primo censimento fotografico del patrimonio monumentale e più tardi a norme per la redazione delle schede di catalogo corredate da fotografie, furono manifestazioni di un interesse esponenzialmente crescente - presente anche in altri paesi - che induceva ad una capillare e sistematica necessità di documentazione del territorio.

Lo studio del fondo ha ripercorso la storia di formazione, le fasi di incremento e le vicende storiche correlate agli anni di produzione e di raccolta della documentazione fotografica.

A questo fine, insieme all’analisi dei materiali fotografici, è stata condotta una ricerca sistematica delle carte conservate presso l’Archivio centrale dello Stato appartenute alla Direzione generale antichità e belle arti e acquisite dall’ACS in occasione di successivi versamenti. Si tratta della documentazione relativa a pratiche che la Direzione generale scambiò con gli uffici territoriali, in molti casi corredate da fotografie o che a queste facevano riferimento, ma anche di preziosa documentazione in cui si evince l’intesse ministeriale per la fotografia e il ruolo di privilegiato strumento di documentazione ad essa conferito. Dall’intreccio di ricerca tra documentazione fotografica e archivistica è emerso un quadro che consente di utilizzare nuove chiavi di lettura di uno straordinario corpus che si connota come uno dei fondi più ricchi di suggestioni storiche e culturali tra i molti che nel tempo, e con modalità diverse di acquisizione, sono confluiti in ICCD.

Nel corso della propria attività il fondo MPI subì fasi alterne di fortuna. A periodi in cui fu oggetto di grande interesse e cura da parte soprattutto di studiosi, che in molti casi si adoperarono per incrementarne la consistenza, se ne alternarono altri di pressoché totale dimenticanza, ma certamente una tra le fonti più consistenti di incremento per l’Archivio fu costituita dal GFN, che stampava immagini tratte dai negativi prodotti in occasione delle campagne fotografiche realizzate su territorio nazionale per inviarle all’Archivio della Direzione generale nonché dalle pubblicazioni per le quali venivano prodotte fotografie a corredo di saggi e articoli.

Con la nascita del Bollettino d’Arte del Ministero della pubblica istruzione nel 1906, venne formalmente richiesta l’adozione di tale procedura con la circolare che il Ministro Rava indirizzò ai direttori di gallerie, musei e scavi e agli uffici regionali per la conservazione dei monumenti, nella quale raccomandava l’uso di fotografie a corredo dei contributi, le stesse fotografie che raccolte in anni di attività e confluite nel Fondo MPI non sono più soltanto l’oggetto di una muta ripartizione topografica all’interno dell’archivio fotografico ma che opportunamente indagate, restituiscono oggi il racconto della loro storia.

Due anni prima della formale istituzione del Ministero per i beni culturali e ambientali, l’Archivio acquisì il nome di Fondo MPI (Ministero della pubblica istruzione) e, pervenuto all’ICCD, venne preso in consegna dal Gabinetto fotografico con atto ufficiale datato 22 settembre 1973