Aerofototeca Nazionale

La storia dell'Aerofototeca Nazionale

Le origini

Nel 1954 un gruppo di archeologi, riuniti in un convegno a Paestum, posero le basi per creare una struttura di raccolta e indagine del materiale aerofotografico in modo che esso costituisse un valido supporto degli studi e delle attività delle Soprintendenze, gli organi periferici del Ministero della Pubblica Istruzione - Direzione Generale Antichità e Belle Arti, cui era demandato il compito della tutela dei beni culturali nazionali tramite il diretto intervento sul territorio.
Alla fine del 1958, superando le molte difficoltà legate all'uso ed alla diffusione della fotografia aerea, il cui controllo era assegnato al Ministero della Difesa Aeronautica dalla normativa del 1939 (regio decreto 1732 del 22 luglio 1939), fu fondata l'Aerofototeca Nazionale, sezione distaccata del Gabinetto Fotografico Nazionale del Ministero della Pubblica Istruzione. Il contributo militare fu ovviamente fondamentale nell'estendere alla tutela una disciplina che era stata fino ad allora sostanzialmente legata alla difesa del territorio nazionale. Depositato il primo nucleo di foto aeree riprese sulle principali aree archeologiche, furono infatti ufficiali fotointerpreti a fornire le indicazioni per impostare una corretta catalogazione e archiviazione del materiale. Sempre per costituire il nucleo di base della nuova Aerofototeca furono inoltre eseguiti voli mirati alla ricerca ed alla tutela degli insediamenti antichi e soprattutto furono aperti anche ai civili i corsi di fotointerpretazione presso la Scuola di Aerocooperazione di Guidonia.

I Direttori storici

Il primo direttore dell'Aerofototeca è stato Dinu Adamesteanu (Toporu 1913-Policoro 2004), archeologo rumeno di fama internazionale, che giunto in Italia negli anni ‘50, concentrò le sue ricerche soprattutto in territorio siciliano, dove individuò attraverso minuziose indagini sul terreno ed il confronto con le aerofotografie, un gran numero di antichi abitati talora noti solo attraverso le fonti, altre volte assolutamente sconosciuti. Nel 1959 trasferitosi a Roma, senza lasciare il costante e diretto impegno sul campo, organizzò il primo nucleo dell'Aerofototeca curando l'impostazione di questo ufficio, unico nel suo genere in Europa, dotandolo di un laboratorio per il trattamento del materiale aerofotografico e dando l'avvio ad un'opera capillare di ricerca, sia in ambiente militare che in quello civile, di materiale utile allo studio delle più conosciute aree archeologiche. Ad Adamesteanu si devono inoltre importanti campagne di rilievo nelle zone allora interessate da grandi opere pubbliche per prevenire la loro interferenza sulle aree archeologiche, studi relativi alla scoperta della città di Spina ed alla determinazione dell'assetto del territorio del limitrofo delta padano nell'antichità ed una serie di mostre sia in Italia che all'estero per mostrare le enormi possibilità offerte alla ricerca archeologica dallo studio delle aerofotografie.

Dal 1964 al 1990 la Direzione dell'Aerofototeca è stata affidata all'archeologa Giovanna Alvisi; cui si deve, tra l'altro, il perfezionamento del sistema di catalogazione tradizionale del materiale aerofotografico, sulle cui basi è stata impostata la catalogazione informatizzata. Sotto la sua direzione l'interesse si è allargato dal settore archeologico allo studio del territorio nella sua globalità, con attenzione alla tutela dell'ambiente, dei centri storici e dei beni architettonici, incrementando le collezioni, mediante l'acquisizione di basilari raccolte aerofotografiche di eccezionale valore storico e documentario. In particolare citiamo l’archivio della United States Army Air Force (U.S.A.A.F.) e quello della Royal Air Force britannica (R.A.F.), relativi ai voli aerei compiuti sul territorio italiano risalenti al secondo conflitto mondiale; gli archivi delle ditte E.T.A., S.A.F., EIRA, del catasto toscano, Fotocielo; le diacolor della ditta Lisandrelli; oltre ad un consistente fondo di materiale non più operativo messo a disposizione, grazie alla stretta collaborazione instauratasi, dagli Uffici dello Stato Maggiore dell'Aeronautica e dalla Scuola di Aerocooperazione di Guidonia.

Oltre all'organizzazione di mostre e convegni e la partecipazione ad analoghe iniziative di altri enti, Giovanna Alvisi ha tenuto i rapporti con organismi nazionali ed internazionali dello stesso settore e in particolare con il Ministero della Difesa - Aeronautica. E' stato questo per l'Aerofototeca un periodo molto fecondo in cui furono realizzate anche campagne fotografiche mirate, tra cui i voli sulle ville patrizie di Lucca e dei castelli Romani, rispettivamente per le Soprintendenze ai Beni Artistici e Storici di Pisa e del Lazio.

L'Aerofototeca Nazionale - Laboratorio per la Fotografia e l'Aerofotogrammetria

Nel 1975 con l'istituzione del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali venne fondato l'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD), cui spettava elaborare programmi di catalogazione generale dei beni fissandone la metodologia. Tra gli elementi di supporto a questo Istituto dedicato alla conoscenza e alla documentazione del patrimonio culturale italiano venne considerata anche l'Aerofototeca, quale maggiore archivio aerofotografico civile in Italia, riconoscendo così in modo definitivo il ruolo della fotografia area per la tutela del territorio italiano.

Nel 1977 venne approvato l'ordinamento interno dell'Istituto che istituì tra i Servizi il "Laboratorio per la Fotografia e l'Aerofotogrammetria (Aerofototeca)"; nel 2000 l’Aerofoteca lascia definitivamente la sede storica dell’Eur per trasferirsi presso il complesso di San Michele a Ripa, ricongiungendosi così agli altri archivi storici dell’ICCD.