Un catalogo di beni, un patrimonio di dati

Pubblicato il 14/07/2015

L’ICCD ha avviato un programma per l’apertura e la condivisione dei dati di catalogazione dei beni culturali, attraverso la predisposizione di una serie di strumenti finalizzati a soddisfare le esigenze di utenti diversificati per caratteristiche e aspettative, in un contesto sempre più orientato verso gli open data.

Il primo sistema pubblicato dall’Istituto è il Catalogo generale dei beni culturali, sito che permette di ricercare informazioni sui beni culturali catalogati attingendo i dati in modo dinamico dal Sistema Informativo Generale del Catalogo (SIGECweb). Il sito consente la consultazione di schede di catalogo con immagini relative a beni culturali di proprietà pubblica fino a oggi conferiti al Sistema informativo generale del catalogo: monumenti, collezioni, raccolte, oggetti di interesse artistico o storico, reperti e siti archeologici, beni scientifici e naturalistici.

I dati aperti del Catalogo generale dei beni culturali saranno resi disponibili attraverso OPENiccd che espone dataset riferiti a diverse tipologie di contenuti.

Tramite il Catalogo generale dei beni culturali è, inoltre, possibile accedere al sistema VIR - Vincoli in Rete che, attraverso servizi di interoperabilità, fornisce una piattaforma cooperativa tra i sistemi afferenti a diversi enti ministeriali titolari della tutela e della catalogazione dei beni culturali: “Carta del Rischio”, “Beni Tutelati” e “SIGECweb”.

In questo articolato sistema l’Istituto intende avviare, nei prossimi sei mesi, una serie di iniziative con lo scopo di avvicinare l’offerta con la domanda, l’azione istituzionale con le esigenze del territorio, i servizi erogati con le aspettative degli utenti:

  1. LA COMMUNITY. Nell’ottica di sperimentare e implementare nuove forme di dialogo tra le istituzioni e i potenziali target di utenza, l’istituto predisporrà un questionario on line volto ad indagare l’uso e il ruolo del Catalogo generale dei beni culturali, e degli altri sistemi informativi ad esso collegati, come strumento di conoscenza del patrimonio culturale, di ricerca e di educazione, di informazione e di socializzazione. L’approccio sarà quello di “community first”, volto a raccogliere le storie e i feedback dei propri utenti.

  2. IL VALORE DEL CATALOGO. Nell’ambito di questo processo di diffusione e dialogo è prevista la realizzazione di un Focus Group al quale saranno invitati a partecipare tutti gli attuali e potenziali “utilizzatori” del patrimonio catalografico. Obiettivo dell’iniziativa è quello di giungere ad una più chiara definizione delle dimensioni che compongono il valore economico totale della catalogazione, connesso all’insieme dei suoi possibili “utilizzi” attuali e potenziali.

  3. PROGETTAZIONE AL RIUSO. La condivisione senza un “riuso” rischia di ridurre le attività di pubblicazione a un mero assolvimento burocratico. È necessario, quindi, sperimentare, fin da subito, nuovi processi con coloro che vorranno presentare dei progetti di “riuso”. Questo confronto sperimentale si realizzerà attraverso una piattaforma opensource di project management per monitorare e documentare le attività sia con i gruppi interni che esterni all’ICCD.

  4. MONITORAGGIO E VALUTAZIONE. L'obiettivo è valutare l'impatto del “riuso” in termini economici, sociali e di motivazione interna. L’auspicio è servirsi del riuso per stabilire un rapporto tra ICCD e chiunque abbia interesse alle basi conoscitive che l’Istituto espone: solo così si potrà costruire una comunità di persone che abbia a cuore la conservazione del nostro patrimonio culturale.

 

COMUNICATO STAMPA

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